Villa Bosniaski
Camminare è una delle attività che ci permette di staccare dalla routine quotidiana e di riscoprire la bellezza del nostro territorio. Anche se non lo facciamo con costanza, ogni tanto ci piace indossare le scarpe da trekking e partire per una nuova avventura. In queste occasioni, mi piace scegliere la destinazione, basandomi sull’esperienza maturata in sella a una mountain bike e sulla capacità di adattare la lunghezza e la difficoltà del percorso alle esigenze del nostro piccolo camminatore di famiglia, che, nonostante la sua giovane età, ha già dimostrato di essere un grande amante delle escursioni.
Motivare un bambino di sette anni a camminare, però, non è sempre un compito facile. In un’epoca in cui tablet e TV tendono a far prevalere la sedentarietà, è necessario trovare mete che sappiano stuzzicare la curiosità e l’immaginazione, proponendo qualcosa che sia più interessante di un pomeriggio sul divano.

Moglie e Figlio dopo la passeggiata
Questa volta, la nostra scelta è caduta su Villa Bosniaski, conosciuta anche come Villa del Polacco, un luogo affascinante e misterioso situato sullo sperone del Monte Castellare, nel comune di San Giuliano Terme, Pisa. La villa, costruita nel 1881, è raggiungibile attraverso un sentiero semplice e accessibile a tutti, che parte da Asciano. Abbiamo parcheggiato in Via di Valle, pronti per un’escursione adatta a grandi e piccoli, oltre che ai nostri amici a quattro zampe.
La storia di Villa Bosniaski è intrigante. Fu edificata da Sigismondo De Bosniaski, un medico polacco che si trasferì in Italia nel 1870 insieme alla moglie Elisabetta di Rulikowski. Dopo un periodo trascorso a Viareggio, Sigismondo conobbe Giuseppe Meneghini, professore di mineralogia e geologia all’Università di Pisa, il quale gli suggerì di trasferirsi a San Giuliano Terme per curare una ferita che si era procurato durante la guerra d’indipendenza del 1864.
Nel 1873, Sigismondo ed Elisabetta acquistarono un terreno sul Monte Castellare, dove, dopo anni di lavoro e difficoltà, riuscirono a costruire quella che fu chiamata Villa Belvedere. Edificare su un terreno così impervio non fu un compito facile: furono necessari anni di lavoro, terrazzamenti costruiti con l’aiuto di carri trainati da cavalli e l’impiego di oltre cento operai. La villa si estendeva su tre piani, con dodici stanze in totale. Nel seminterrato, Sigismondo, appassionato di geologia e paleontologia, allestì un museo privato di fossili e reperti, mentre Elisabetta coltivava la sua passione per la letteratura e la poesia.
Purtroppo, il tempo non è stato clemente con Villa Bosniaski. Dopo la morte di Elisabetta nel 1904, e con il passare degli anni, Sigismondo si trovò sempre più solo. Nel 1914, ormai anziano, decise di vendere la villa, e pochi anni dopo, nel 1921, morì all’età di 84 anni. Oggi, la villa è solo un’ombra del suo antico splendore. Le mura, un tempo testimoni di passioni e sogni, sono ormai rovinate dall’incuria e dai vandali. È difficile immaginare la sfarzosità e la vitalità che animavano questo luogo solo 150 anni fa.
Nonostante il degrado, Villa Bosniaski rimane una meta affascinante per chi ama esplorare e scoprire luoghi carichi di storia e mistero. Camminare fino a questo antico edificio, ormai in rovina, offre l’opportunità di riflettere sulla caducità delle cose e sulla bellezza nascosta anche nei luoghi più dimenticati. È un’escursione che, oltre a far muovere le gambe, stimola la mente e l’anima, ricordandoci che ogni luogo ha una storia da raccontare, anche quando il tempo ha cercato di cancellarne le tracce.
Per chi ama la natura e la storia, una visita a Villa Bosniaski è un viaggio nel passato, un’occasione per scoprire un angolo di Toscana che, nonostante tutto, continua a raccontare la sua storia a chiunque voglia ascoltarla.
